Fabrizio Biasin, giornalista sportivo da due decenni, ama le bici elettriche, l’insalata russa e Frida, la sua gatta. Ma non è stato facile arrivare a tante certezze. Fin da bambino è stato schiavo del calcio. Un piccolo, aspirante campione che affrontava partite insanguinate all’oratorio al solo scopo di sopravvivere e tornare a casa da mamma e papà. Alcuni sventurati coetanei, purtroppo, non ce la facevano. Fabrizio sì, ma presto le delusioni pallonare si sarebbero moltiplicate come revolverate al poligono. E allora ecco i provini clamorosamente falliti, le prime volte allo stadio con tanto di risse sfiorate, i tentativi di fare il grande salto nel fetente mondo del calcio soffocati da un destino senza scrupoli. E poi il primo bacio mentre Baggio sbaglia un maledetto rigore americano, i viaggi in camper «sulle strade della Champions» che a confronto Ulisse era uno da Villaggio Vacanze e ulteriori drammi esistenziali costantemente segnati dal rimbalzo di un pallone. In questa autoanalisi che arriva ai giorni nostri Fabrizio dà un senso alla sua calvizie e dimostra come vita e calcio possono diventare uno lo specchio dell’altra in un continuo rimpallo di emozioni, svolte, illusorie illuminazioni fino al cambio di prospettiva: diventare giornalista sportivo! Con il suo stile dissacrante e irriverente, Biasin racconta campioni, bidoni e verità di un universo condiviso da tutti gli innamorati del calcio, ma rivela anche devastanti momenti di vita vissuta con una disarmante assenza di riserbo.
Cod: 9788820078867
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