Il n. 7 di “Poesia” si apre con un’anticipazione de “L’urlo del mare e il buio” di Malcolm Lowry (1909- 1957), l’unica raccolta di versi del grande narratore inglese, autore del celebre romanzo “Sotto il vulcano”. In queste poesie di carattere autobiografico, che ripercorrono i suoi vagabondaggi per mare e per terra e le sue riflessioni sotto il vulcano, più che nelle prose, Lowry si confronta direttamente con i propri demoni. L’anglista Luigi Sampietro, primo traduttore e amico di Derek Walcott, premio Nobel per la Letteratura nel 1992, rievoca la grandezza del poeta caraibico a tre anni dalla scomparsa, e propone la traduzione di un testo sui migranti, “Migrants”. La rubrica di Silvio Ramat dedicata alla “giovinezza della poesia in Italia”, cioè alle opere pubblicate nei primi quattordici anni del Novecento, analizza la prima raccolta poetica di Camillo Sbarbaro, “Resine”, i cui primi testi risalgono al 1904, ma che uscì in volume nel 1911 e fu ripubblicato da Enrico Falqui nel 1948 nelle edizioni Garzanti. Confinato nella penombra della preistoria letteraria di Sbarbaro, “Resine” si è col tempo imposto come un piccolo capolavoro del poeta di “Pianissimo”. “Pandemonium e Prophecy”, da cui sono tratti i testi di Thomas McCarthy presentati ai lettori di “Poesia” sono le raccolte più recenti dell’autore irlandese (1954). “Pandemonium” è il nome del palazzo edificato da Satana, dove si raccolgono gli spiriti infernali, come narrato da John Milton in “Paradise Lost”. Prophecy rievoca, come spiega McCarthy, “una foto di me con mia madre al pozzo in fondo alla via del nostro villaggio”. In Irlanda, afferma ancora McCarthy, c’è bisogno di una ferma certezza intellettuale e di una fede nelle arti, oltre ogni posa di sufficienza e di ironia che dissimula rovine e colpe. Nella sua rubrica “I poeti di trent’anni”, Milo De Angelis presenta una serie di inediti di Lorenzo Babini. Il francesista Pasquale Di Palmo rievoca la tragica vicenda del poeta Thierry Metz (Parigi, 1956), che fu manovale, campione di sollevamento pesi e alcolista, e morì suicida a Bordeaux nel 1977. Thierry Metz scrisse versi incentrati sulla fatica di un lavoro ottuso e sulla sua ingiusta vita quotidiana.
Cod: 9788883063022
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