Intitolando “Geografia” questo numero, l’intento era quello di far uscire gli scrittori dal loro guscio costringendoli a confrontarsi con la res extensa, con l’imprevedibile violenza del mondo cosiddetto reale; un nodo sempre delicato per gli scrittori, che non possono permettere alla realtà di essere informe ma non possono nemmeno infischiarsene come se la loro forma nascesse in un vuoto pneumatico o solo dal confronto con la letteratura precedente. Il “mondo esterno” è un pretesto per la letteratura o è vero il contrario, la letteratura è una delle chiavi che abbiamo per conoscere il mondo? Come scrive Wu Ming 1 nel testo che qui pubblichiamo, parlando della Val di Susa, “ci sono andato molte volte perché sto scrivendo un libro. O forse è l’inverso: sto scrivendo un libro perché ci sono andato molte volte”. Arrivati alla fine del percorso di redazione, credo di poter dire che l’intento iniziale è stato coronato da un certo successo: qualcuno dei collaboratori naturalmente fuori dal guscio c’era già da un pezzo (in un caso, quello di Arminio, c’è stato perfino un salto mortale: l’inventore della “paesologia” ha provato a guardarsi dentro e a raccontare le motivazioni intime della propria ossessione descrittiva), ma anche gli altri hanno comunque fatto i conti con la dimensione dell’esplorazione, dello straniamento e del viaggio.
Cod: 9788817083287
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