Per Dante la povertà fu a lungo sgradita compagna di vita, a causa dell’esilio che cambiò d’improvviso la sua condizione economica esponendolo a un doloroso declassamento sociale. La sua biografia si intreccia a più riprese con la creazione poetica e nella Commedia condiziona il ritratto dei personaggi poveri o caduti in disgrazia. Ma nel poema trova spazio anche la mutata considerazione in cui veniva tenuta all’epoca l’indigenza: mentre i poveri erano infatti visti come una minaccia per la collettività e quindi considerati degni di stigma sociale e trattati con crescente disprezzo, i nascenti ordini mendicanti richiedevano la scelta volontaria della povertà evangelica per chiunque volesse farne parte. L’epoca di Dante fu contraddistinta da un aspro dibattito sulla povertà dell’ordine francescano e della Chiesa, cui lo stesso autore prese parte, facendone, di riflesso, un tema centrale della Commedia. Il volume ne esamina le diverse rappresentazioni, dalla costruzione epica della figura di Francesco d’Assisi in rapporto con l’iconografia del suo tempo ad Amiclate, personificazione della libertà di parola e di espressione di fronte al potere che la povertà consente e che Dante rivendica.
Cod: 9788829023226
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