Vuole chiudere le porte degli Stati Uniti ai musulmani, costruire un muro al confine con il Messico, cacciare dal paese milioni di immigrati che nelle città americane vivono e lavorano talvolta da decenni. Se l’American dream scricchiola e gli otto anni di presidenza di Barack Obama mostrano di non essere stati in grado di guarire in profondità le ferite del razzismo, in molti sembrano disposti ad affidare le loro residue speranze a un outsider assoluto della politica, un discusso miliardario del mattone che si è saputo trasformare in una star dei reality televisivi, Donald Trump. È lui ad aver dato voce, nel corso della più violenta e aggressiva campagna presidenziale dell’intera storia statunitense, alla paura, al risentimento, alla frustrazione e al rancore di quest’America delusa e in collera. Interprete cinico e opportunista di una critica al “sistema” e al politicamente corretto, Trump appare perciò come l’ideale punto di arrivo di una lunga vicenda che ha visto il conflitto razziale e le discriminazioni come il sintomo più evidente e inquietante di una crisi tutta attuale e dagli esiti al momento ancora imprevedibili. Il libro di Guido Caldiron ripercorre la strada che ha condotto gli Stati Uniti alle soglie di un’elezione inaspettata e pericolosa. Trump non è un’eccezione, è il prodotto di una cultura fortemente conservatrice che propone di difendere quel che resta della supremazia WASP contro la minaccia rappresentata dalla rapida crescita demografica delle minoranze.
Cod: 9788860444943
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