Il testo pone l’accento sulla inammissibilità dell’utilizzo di strumenti ideologici ascientifici assunti tout court in alternativa a quanto disposto dai codici di procedura e sulla illegittimità di formule autoreferenziali che deresponsabilizzano i giudicanti dalla revisione del giudizio, pur in presenza di evidenti – sul piano logico e del diritto – errori giudiziari e «doli eventuali». Lo scritto focalizza poi l’attenzione sul costo individuale e sociale che si ha in presenza di provvedimenti giudiziali superficialmente redatti e illegittimi, assunti in ambito penale quanto civile, e del significato che tali errori hanno nel concorrere all’affermazione di una cultura del non diritto, dell’oggettivazione dei minorenni e delle donne più disagiate, all’immagine di una «giustizia» inadeguata e ingiusta. L’autrice conclude puntualizzando la necessità e urgenza che il legislatore possa finalmente incentrare il suo scopo anche nella realizzazione di un piano strutturale di leggi a garanzia sostanziale del Diritto medesimo che, prescindendo dagli interessi lobbistici, mirino a restringere sempre più il campo da liberi arbitri e abusi del Diritto. Ciò in stretto rapporto con il disposto e la giurisprudenza UE.
Cod: 9788867996551
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