Si può essere antiantifascisti? È un modo di dire che si è in realtà fascisti? È un attacco alle “idées reçues”, ai luoghi comuni? Serve a darsi una pàtina di anticonformismo a buon mercato? Oppure… In questi anni di rapidi eclissi e di furiosi mutamenti, mentre a molti sembra sempre più vero che la democrazia è un sistema nel quale il popolo è sovrano ma la gente non conta nulla, vale la pena di riflettere sui vecchi “idola theatri”, sulle “verità” che per troppo tempo non è costato nulla affermare mentre irragionevolmente scandaloso sembrava il metterle in discussione. L’antifascismo, come l’anticomunismo, è un valore generico – quindi inutile – perché vi sono infiniti modi e infinite ragioni di essere l’una e l’altra cosa, ma tanti di quelli e tante di queste sono ben peggiori del loro contrario; e i valori generici – quindi inutili – finiscono sempre col trasformarsi in disvalori, o in pseudovalori, o in antivalori. Queste pagine non vogliono né offendere, né scandalizzare nessuno. Servono solo a ricordare che quando si marcia contro il nemico bisogna essere ben sicuri che il nemico non marci alla nostra testa.
Cod: 9788899661281
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