Dall’Ungheria all’Italia, dopo la Brexit e l’avanzata dei partiti xenofobi, stiamo vivendo un «momento populista» che, lungi dall’essere un rimedio al neoliberismo, secondo Fassin, ne è un sintomo. Gli elettori di estrema destra, infatti, non sono vittime delle quali si debba ascoltare il disagio; il loro risentimento non si trasformerà in rivolta. Il populismo non è, dunque, l’antagonista ma lo strumento del neoliberismo: Wall Street applaude Trump; e, quanto all’Europa neoliberale, Macron non è l’anti-Salvini. In questo quadro l’autore sottolinea l’insensatezza per la sinistra di combattere il neoliberismo, sull’esempio di Podemos e della France insoumise, convertendosi al populismo. Meglio rivolgersi a quelli che rifiutano le sirene del neofascismo: gli astensionisti. E scegliere, in questa fase di democrazia precaria, di ricostruire una sinistra più che costruire un popolo.
Cod: 9788872859438
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