Il dibattito bioetico di fine vita ha portato in primo piano la questione del suicidio assistito e ha impegnato le diverse tradizioni morali a fornire giustificazioni convincenti per sostenere le rispettive tesi. Il tema è cruciale poiché la stessa eutanasia volontaria può essere considerata una specie di suicidio razionale assistito, in cui è un’altra persona, ad esempio un medico, a causare la morte del paziente. Questo volume analizza le forme discorsive, gli strumenti concettuali, i riferimenti biblici, i complessi moduli linguistici, attraverso cui l’approfondimento teologico ha cercato di difendere l’inviolabilità della vita. Viene inoltre discussa, attraverso l’illustrazione di trame narrative, l’ipotesi che in alcune situazioni eccezionalmente penose la decisione di abbreviare la vita non contraddica la fede in un Dio misericordioso e non offenda la dignità dell’esistenza. Quali sono le argomentazioni che in ambito cristiano inducono a condannare l’autonoma, volontaria interruzione di una vita ritenuta non più meritevole di essere vissuta? Sono motivazioni comprensibili unicamente in un’ottica di fede o possono venir tradotte in un linguaggio persuasivo anche per atei, agnostici, non credenti? Inoltre, che cosa intende la prospettiva etico-teologica quando definisce “suicidio” la decisione di togliersi intenzionalmente la vita? Esistono casi di estremo pericolo o di irreversibile sofferenza, in cui la consapevole scelta di morire potrebbe essere guidata da motivazioni altruistiche o assumere un significato di rispetto della residua bellezza di un’esistenza che si spegne?
Cod: 9788868983086
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.