L’essere umano ha un rapporto “naturale” con le sue protesi tecniche, che da sempre utilizza come raffinati strumenti ricettivi e produttivi. Questa singolare forma di sensibilità esternalizzata ha avuto conseguenze decisive. Si potrebbe sostenere che la creatività tecnica sia stata la mossa vincente nell’evoluzione di homo sapiens e che continui ad esserlo a dispetto dei potenti processi di automazione introdotti su larghissima scala dalle tecnologie elettroniche e digitali. Come si spiega allora la persistenza della creatività? La tesi del libro è che l’essere umano, animale “tecnicamente dipendente”, è in grado di attivare in modo costante e sistematico un gran numero di procedure di disautomatizzazione, garantendo in tal modo ai suoi comportamenti adattativi la necessaria plasticità. Emerge qui la funzione essenziale svolta dall’immaginazione, innanzitutto nella sua prestazione onirica, forse la sua performance più sorprendente, come sembra confermato dalle neuroscienze. Ma anche in quelle forme di creatività tecnica che la modernità ha sussunto sotto il concetto di “arte” e che evidenziano rapporti sempre più stretti con la creatività politica, cioè con la costruzione di spazi ibridi che rigenerano il tessuto della polis all’incrocio tra il reale e il simulato.
Cod: 9788898367290
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