Pubblicato nel 1859, il Saggio sulla libertà è la gemma filosofica di John Stuart Mill, «pensatore engagé, uno dei più radicali nell’Europa del suo tempo» (N. Urbinati). Nel libro di Mill è possibile rintracciare un’esortazione al pensiero che solo i capolavori sanno donare: che cosa significa essere liberi? A che cosa aspiriamo quando pretendiamo maggiore libertà? Fin dove si può spingere la nostra libertà? E una proprietà dell’individuo, fruibile anche nel perfetto isolamento? Oppure, la libertà si dà veramente come tale solo in relazione agli altri? E chi è libero dalle catene è davvero padrone di sé, se non dispone di risorse che danno valore e sostanza alla sua libertà? Nel saggio di Mill non ci sono, per fortuna, risposte definitive a tutte queste domande, ma vi è una prospettiva che, messa in relazione con altri suoi scritti, aiuta a meditare su un concetto che l’usura del tempo pare aver reso una moneta logora: libertà. Il commento qui proposto mira a staccare Mill, almeno in parte, dal liberalismo classico, per mostrare la sua apertura riformista al socialismo.
Cod: 9788871646497
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