Il sapere che pretendiamo di trasmettere dalla cattedra ai banchi non sta nelle scuole, sta decisamente fuori dagli edifici scolastici, sparso per i tanti luoghi della città, dai musei alle biblioteche, dagli archivi ai teatri, nelle architetture e nei monumenti, nella vita e nelle esperienze delle persone. Abbiamo bisogno di abitare le conoscenze, di strutture aperte, permanenti, dinamiche, interconnesse, distributori di saperi come una volta le fontane nelle piazze fornivano quel bene prezioso che è l’acqua. Ora il bene indispensabile è la conoscenza, il più possibile diffusa, per stimolarele menti, le idee, le intelligenze, per far crescere un’umanità di cittadini sempre più padroni di se stessi. Mentre la globalizzazione della società civile è cresciuta, le forme tradizionali dell’istruzione continuano a resistere. Allora è importante guardarsi intorno, capire cosa accade nel mondo, conoscere come pensa il mondo e imparare a guardare al futuro. Il futuro sembra scomparso dai nostri orizzonti, di futuro si deve tornare a parlare. Città e conoscenza sono i due poli entro i quali iniziare a delineare gli scenari futuri, non abbiamo bisogno di sognare, ma di apprendere a immaginare il nuovo possibile.
Cod: 9788869928116
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