Il compito che Boris Chersonskij si propone non è quello del fotografo, di fermare l’attimo fuggente, ma di prolungarne la vita, e ci riesce da virtuoso. I suoi versi sono costruiti come una scala e la pressione delle immagini spinge il lettore sempre più in alto lungo la verticale dell’esistenza. La fine, inattesa, allarmante, lo lascia nella pianura vuota dell’anima. La fede religiosa e la pratica psicoanalitica del poeta convergono in una lirica che scava nei fatti biografici e storici, pone domande scomode, si aspetta risposte. Questa breve raccolta comprende anche alcuni inediti: “Quaderno di Crimea” del 2019 e il recentissimo, struggente “Ode di commiato”, un congedo del poeta alla cultura cosmopolita della sua Odessa. Quella di Chersonskij è una poesia concreta che lo apparenta all’impegno civile e ideologico di Boris Sluckij, ed è al tempo stesso metafisica, sulla linea di Brodski; è una poesia che scivola nella prosa, che sfoglia le pagine di un «archivio familiare» o di un «album fotografico», per far conoscere al lettore personaggi che il poeta, osservatore attento dei suoi simili, ha incontrato in Russia, in Ucraina, in Israele o in Italia.
Cod: 9788829716326
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