Il paradiso all’ombra delle spade” è un libro «dai colori autunnali: un libro purgatoriale», secondo la definizione che ne dà l’autore stesso nella sua nota finale. Il colore dominante parrebbe essere quello della madreperla o del pavone, e tuttavia prende avvio con una sezione, Regina della notte, che se subito fa pensare a Mozart e al Flauto magico, ha forse il suo più proprio riferimento nel surrealismo erotico del regista polacco Walerian Borowczyk e nel suo ultimo film, omonimo nella versione italiana; ma con una differenza importante, perché nel regista polacco non si avverte la tensione cristiana del flâneur – o «botanico del marciapiede» (Walter Benjamin) – che guarda il mondo con gli occhi di un lettore, profondo quanto disincantato, di Baudelaire. Il titolo del libro viene invece da un primo progetto originale di un altro grande regista, Valerio Zurlini, nonché da uno dei suoi film più ammirati, La prima notte di quiete (1972); mentre, sul piano strutturale, la raccolta riprende l’idea del Pasolini di “Poesia in forma di rosa” (1964), non solo per un certo vitalismo di fondo, ma anche nell’accostamento di materiali eterogenei per stile, registro ecc. Gli accostamenti, i riferimenti agli autori amati, potrebbero essere tantissimi: “Il paradiso all’ombra delle spade” è un libro di poesia colto e appassionato, che riesce a unire lirica ed epica, e che, nelle sue epifanie e sparizioni di figure femminili, sa proporsi anche come un percorso d’amore, all’interno di una continua interrogazione sulla bellezza: non quella patinata, fredda e fine a se stessa della civiltà dell’immagine, ma la bellezza che, secondo Platone, è splendore del vero, e che, osserva ancora Margiotta nella sua nota, «è tale solo quando sia anche comunicazione di senso, per la persona, per noi…».
Cod: 9788836819331
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