Suscitano un’apertura in qualche misura inedita gli scritti degli artisti per quella sorta di dialettica che si mette in moto tra parola e immagine, spazio e tempo, visibile e invisibile. Edoardo Fraquelli ha avuto un percorso espressivo da un lascito oscuro dell’informale alla forma, al colore, alla luce. Le sue poesie, fuori da situazioni storicistiche, si pongono in un flusso coscienziale dove la parola è “voce”, condizione, frontiera oltre il vuoto. Nello stesso disagio psichico, senza conforto, senza illusione, il fluire delle parole ha la nudità di un atto vivente. Nella scena della mutevolezza, nella nevrosi dei linguaggi, il senso toccante di queste poesie è l’abbandono: la vita che appare e svanisce, le figure che hanno già vocazione di ricordo. Quel confine dell’addio dove tutto risuona in tenera comunione, in un congedo struggente. David Maria Turoldo presentò Edoardo Fraquelli al Centro Culturale San Fedele di Milano. Parlò con commozione delle poesie, della “delicatezza estrema” con cui stringono l’assenza, stringono le “mani”.
Cod: 9788860873606
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