Nell’accingermi a scrivere queste righe, mi son trovate davanti a un dubbio: Manini è un poeta-pittore o un pittore-poeta? Dico questo perché io l’ho conosciuto come creatore di immagini bellissime e me lo ritrovo come ispirato poeta che anche nella scrittura conserva la stessa carica descrittiva che mette nei suoi quadri. Leggendo, ti sembra di vedere luoghi, persone, cose della quotidianità che diventano protagoniste, come la ‘chèrta sugarenna’, la carta assorbente, sulla quale puoi leggere le parole a rovescio. O come la foto del padre, che accoglie i figli da scuola fregando sulle loro guance la sua ispida barba: un padre sicuramente fuori dagli schemi del tempo, quando il ‘pater familias’ era spesso una specie di casalingo tiranno. A questo padre lui, Elio, avrebbe voluto regalare un Ducati 48 perché potesse andare al mercato del venerdì! L’ansia che scorre nei versi dedicati a una persona cara: la lotta contro quel granchio e le sue chele che l’opprime. Non mancano i colori e il loro cromatismo che descrivono tratti di vita, i versi per Bologna, le ‘zirudelle’ per rallegrare l’animo. Scorrendo Al rifûg’ è stata una continua sorpresa, fin dall’inizio. abituandomi a quelle ‘e’ finali che fanno capolino ogni tanto e che sanno di ‘Bassa’. Ma mi rimane il dilemma: Elio è è più pittore o più poeta?”. Prefazione di Luigi Lepri. Nota di Sergio Rotino e un commento di Fausto Carpani.
Cod: 9788865987483
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