Uomini di scena, uomini di libro” è un importante testo di Taviani, da tempo introvabile. Ha contribuito efficacemente, attraverso il racconto delle vicende del teatro italiano del Novecento, a mostrare la ricchezza delle relazioni tra letteratura drammatica e teatro. Avvalendosi della ricorrente anomalia italiana dove, diversamente dalle altre culture teatrali europee, la vita di palcoscenico e la composizione letteraria sono molto ravvicinate, assistiamo alle diverse manifestazioni del matrimonio del libro e della scena, all’erodersi dei recinti tra pagina scritta e teatro, ai mobili intrecci tra artigianato scenico e artigianato letterario. La vitalità di questo libro continua ad affiorare non solo da una proposta di studio divenuta esemplare per aver rifondato il canone novecentesco del teatro italiano (Pirandello, Viviani, De Filippo, Fo), ma da una riflessione più ampia sondata nella seconda parte del volume. Infatti Taviani individua nelle strategie letterarie di alcuni scrittori (Pasolini, Garboli, Macchia e Campanile) sguardi lungimiranti anch’essi in grado di far teatro e di costruirne un senso più in profondità delle artificiali visioni prospettiche offerte abitualmente ai lettori.
Cod: 9788898811779
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