Nel settembre del 1934 Freud completò la riflessione sulla Bibbia, l’ebraismo e il cristianesimo che aveva elaborato per anni. La intitolò L’uomo Mosè. Un romanzo storico, perché alla parzialità delle fonti si dovevano opporre delle ipotesi “romanzesche”, convincenti il più possibile, ma con un valore di realtà in fondo indeterminabile. Sebbene il problema della realtà storica di Mosè lo avesse «perseguitato per tutta la vita», Freud decise di non pubblicare il libro. Spiegò a Max Eitingon: «Una parte del testo infligge gravi offese al sentimento ebraico, un’altra al sentimento cristiano: due cose che è meglio evitare nell’epoca in cui viviamo». Solo nel 1939 il testo vide la luce, rimaneggiato e con un titolo diverso: L’uomo Mosè e la religione monoteistica. Di nessun’altra opera Freud ha conservato le precedenti versioni: il fatto che abbia salvato il Romanzo storico testimonia l’importanza di ciò che non è fluito nel libro pubblicato. Questa prima stesura è qui proposta per la prima volta in italiano, con un ricco commento che permette di comprenderne l’elaborazione travagliata e lo scopo profondo, spiegabile solo tenendo conto dell’ascesa del nazifascismo in Europa. Prefazione di Giovanni Filoramo. Commento di Thomas Gindele.
Cod: 9788832905533
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