La stagione felice dei ‘romanzi scientifici’ (scientific romances) wellsiani copre un periodo che va dal 1895 al 1901: un momento delicato, nella storia dell’impero britannico, che raccoglie contraddizioni profonde e le restituisce raccontandole attraverso le narrazioni letterarie, traghettando il malessere della fine di un’epoca verso l’immaginazione di un nuovo ordine politico, sociale e culturale, che verrà e che forse ha ancora da stabilizzarsi. In questa cornice H.G. Wells è un testimone importante. Uomo di scienza che si converte alla letteratura, vorace lettore di ogni genere di materia e scrittore altrettanto generoso, Wells propone una visione della scrittura forse semplificata ma efficace. «Scrivo come cammino, perché voglio arrivare da qualche parte»: la dichiarazione riferita nella sua autobiografia (Experiment in Autobiography, 1934) è illuminante e ambiziosa, nella sua estrema semplicità. Chi scrive deve avere un obiettivo e sperabilmente raggiungerlo con i mezzi che ha a disposizione. Tra la data di pubblicazione della Macchina del tempo e quella dei Primi uomini sulla luna, il mondo cambia, o quantomeno viene pesantemente revisionato l’orizzonte contro il quale l’uomo misura il suo ruolo in relazione alle altre forme di vita. Wells riferisce le tappe di questo processo, non sappiamo con quanta consapevolezza, facendo quello che gli scrittori di fantascienza tentano di mettere in pratica ancora oggi: provare a immaginare il futuro per capire meglio il presente.” (dall’introduzione di Nicoletta Vallorani)
Cod: 9788804700340
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.