‘Il ragno nero’, 1841, noto come il capolavoro di Jeremias Gotthelf, maestro di prosa dell’Ottocento svizzero, è un racconto di una mirabile potenza visionaria. Il lettore ne viene trascinato fin dalle prime pagine con una forza di suggestione che ricorda quella degli antichi aedi o dei vecchi patriarchi di famiglia preposti, davanti a un focolare, alla narrazione di storie e tradizioni mitiche, leggendarie, o epiche, legate alle radici stesse di una famiglia o di un popolo. Ma qui il realismo fantastico di Gotthelf inserisce all’interno della quieta narrazione di una leggenda popolare il più inquietante e lacerante dei “perturbanti”: sotto forma di un demoniaco, fatale ragno crociato, capace di avvelenare una comunità. Lo scrittore svizzero sceglie come narratore interno un nonno carico di passato, capace di raccontare e di stupire una intera comunità contadina di amici e parenti, radunati durante un battesimo. Siamo in una valle svizzera, fresca e solare come un piccolo Eden, nei cui villaggi si vive la più tranquilla e limpida esistenza, confortata da una umile religiosità di campagna. Ma è proprio il nonno a raccontarci che quella divina quiete non è sempre stata tale, nella storia della valle. Anzi, essa stessa è il frutto di una lunga lotta contro il Male, a cui l’intera comunità della valle aveva partecipato, nell’angoscia e nello sconforto, affidandosi alla lunga solo all’eroismo di qualche suo pio abitante e alia provvidenza divina.” (Roberto Caracci)
Cod: 9788871865720
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