Proponiamo qui tre racconti di James Joyce tratti dai Dubliners (1914) che esemplificano la sconfitta dell’uomo novecentesco. In Counterparts Farrington, un misero impiegato sempre a corto di denaro per le frequenti visite al pub, tiene testa al suo odioso principale, mandandolo su tutte le furie, Farrington, affatto turbato, se ne va al pub per vantarsi del suo coraggio: ovviamente alla fine della serata l’uomo si ritrova ubriaco e senza un soldo. Tornato a casa, si rivarrà della sua frustrazione scagliandosi su uno dei figli… Un analoga frustrazione anima la signora Kearney, protagonista di A Mother: appiattita in un matrimonio senza amore, cerca la propria realizzazione nella figlia Kathleen. Quando un’organizzazione indipendentista chiama Kathleen per suonare a Dublino, la signora Kearney si convince che sia l’inizio di una luminosa carriera. Le cose però non andranno come previsto, neanche per gli indipendentisti, rivelando un piccolo mondo in cui tutti sono vittime e carnefici. Grace evoca più volte il rapporto ambiguo tra commercio e religione fin dal titolo: questo termine indica infatti sia la grazia di Dio sia la dilazione che si accorda a un debitore per permettergli di regolare il suo debito. L’incapacità dei personaggi di considerare il lato puramente spirituale dell’esistenza segna ancora una volta l’assenza di una concreta redenzione: nella sua Dublino Joyce dipinge l’immoralità, la corruzione, la paralisi di un inferno meschino.
Cod: 9788883715822
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