Le storie dell’architettura ci raccontano della perfezione del Partenone, della spazialità del Pantheon, delle meraviglie di Villa Adriana, della spiritualità della cattedrale di Amiens, dell’abilità costruttiva nella cupola di Santa Maria del Fiore, dell’armonia della villa “la Rotonda”, del trionfo barocco in Sant’Ivo alla Sapienza, della grandiosità della Reggia di Versailles, ma nulla ci dicono dell’umile casa dell’uomo. Questo Atlante pone la sua attenzione sull’edilizia abitativa del XX-XXI sec. nel suo complesso, ma si sofferma sulle qualità del singolo alloggio, la casa, e sulle relazioni che intercorrono fra i vari alloggi di uno stesso edificio. Lo spazio interno della casa diviene perciò il protagonista necessario di questa trattazione: attraverso il suo studio analitico si vuole individuare l’essenza dei pensieri progettuali, spogli da tutte le inutili sovrapposizioni che molto spesso ne hanno confuso l’esatta interpretazione. È muovendo da un’appropriata configurazione del suo spazio interno che si può giungere alla realizzazione di una buona casa. Uno spazio intimo, di rifugio, per lo svolgersi della vita privata, modellato su principi di libertà dai condizionamenti dello spazio urbano, per una società in cui i moderni sistemi di comunicazione tendono sempre più a separare ed isolare l’individuo, dove nuovi e diversi sono i luoghi e le occasioni per le relazioni collettive. Il grado di “domesticità” della casa è un parametro inevitabile per misurare l’adeguamento delle occasioni costruttive ad una condizione di vita che definisce i momenti del “privato” in funzione creativa e di nuova partecipazione civile, superando la concezione dell’abitazione come luogo del semplice riposo fisico e non della rigenerazione individuale. Si tratta di riconoscere un “tipo architettonico” in relazione ad un’idea di casa, in assenza della quale nessuna riflessione progettuale riesce a compiersi e quindi a far nascere l’architettura. Nell’Atlante l’offerta di esempi di architetture direttamente comparabili, in virtù della riduzione dei disegni alla medesima scala grafica, diviene un fatto necessario ed insostituibile. Componente decisiva di ogni manuale è perciò l’illustrazione grafica. Durand ed altri architetti del suo tempo, ma ancora prima Serlio e Palladio, avevano seguito questa linea, precorrendo un’impostazione culturale sviluppatasi attraverso l’800, fino al Manuale del Donghi. Per far capire bene la conformazione degli alloggi sono state disegnate parti e non edifici completi, ma nello stesso tempo sono state disegnate le planimetrie complessive, per capire come dagli stessi alloggi si formano gli edifici e da questi si forma l’insieme urbano. Sono stati scelti quegli esempi che hanno indicato una nuova proposta di assetto urbano. “La Città secondo la sentenza dei Filosofi è una certa casa grande, e per l’opposito essa casa è una piccola Città” (Leon Battista Alberti). La novità in questo Atlante, è nell’aver voluto considerare contemporaneamente tutti questi aspetti. L’autore offre nell’Atlante, insieme ai dati oggettivi, la sua particolare lettura, che può condurre ad altre e più autonome valutazioni.
Cod: 9788860493033
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