Il volume che ricorda i primi 50 anni della via Litoranea Flacca: La via Litoranea Flacca. 1958 – 2008, a cura di Pier Giacomo Sottoriva. La strada, che ruppe per la prima volta l’isolamento in cui si trovavano le città di Sperlonga e di Gaeta, e che apriva alla fruizione anche le fasce litoranee dei Comuni di Fondi, Monte San Biagio e Itri, immettendo aree turisticamente di grande pregio sul mercato turistico, fu realizzata in pochi anni, insieme all’intero asse viario Roma-Latina (Pontina), Latina-Terracina (Mediana) e Terracina-Gaeta alternativo all’antico percorso dell’ Appia. Fu un’operazione che partì dalla iniziativa del Comune di Gaeta, il progetto venne poi finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno e affidato per la realizzazione all’ Amministrazione provinciale. Il progetto venne firmato dal giovanissimo ingegnere Gastone Maresca che ebbe la sventura di essere investito ed ucciso alle porte di Latina dopo qualche anno, e la direzione dei lavori e alcune soluzioni progettuali furono, cosi, assunte dall’ingegnere Emo Bellante, che fu anche autore della scoperta del deposito archeologico della c.d. Grotta di Tiberio a Sperlonga. Con Bellante e Maresca collaboro l’ingegnere Carollo di Gaeta. La nuova strada conseguiva una serie di risultati: abbreviava il percorso, liberava l’asse Roma-Napoli dall’attraversamento di alcuni centri, e apriva al turismo paesaggi straordinari. La storia di quella grande opera – oggi passata alla competenza dell’ Astral, la società della Regione che gestisce un consistente numero di strade – è stata ricostruita da Pier Giacomo Sottoriva, che si è avvalso della mole documentaria della Provincia conservata presso l’Archivio di Stato di Latina, ma che ha anche potuto consultare altri documenti – scritti e fotografici – preziosi presso archivi privati, come quello della famiglia Bellante, del professor Corbo, del Centro storico culturale “Gaeta”, del Comune di Gaeta, e di altri. La Flacca servì anche a riportare alla luce ed al godimento universale il sito archeologico di Sperlonga, e a far realizzare il Museo archeologico nazionale che ospita i reperti provenienti dalla “grotta” e dalla villa imperiale: questa parte del racconto è affidata all’allora Direttore archeologico professor Baldo Conticello e all’attuale dirigente, dottoressa Nicoletta Cassieri che, con una ricca documentazione, raccontano le vicende che investirono Sperlonga, Gaeta e Formia. Un ricco apparato fotografico d’epoca completa la documentazione.
Cod: 0000009466654
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