«Ora sì, che era venuto Natale. Prima degli uomini lo avvertiva la natura. Copriva l’umanità come un tendone quasi per raccogliervi tutti sotto la sua aria, calda e umida, protettiva. Era come rientrare nell’acqua uterina e lasciarsi annegare, senza tema di naufragare, fino alla vita prenatale». Il Natale di Domenico Rea, prima di una importante festa, è una condizione dello spirito fatta di attese e di presenze. Un viaggio indietro nella memoria personale di ognuno e in quella collettiva di un intero popolo verso il ricordo di odori, sapori e suoni che ricostruiscono, nella mente e nel cuore, i giorni antichi alla base di ogni nostra malinconia. Dopo una lettera/introduzione del curatore, “Il passato divenne una memoria”. Lettera a Mimì Rea”, cinque scritti “natalizi” dell’autore napoletano da tempo nascosti nelle pieghe della sua sterminata mole di scritti editi nelle più svariate circostanze: “Crescendo napoletano” (1990), “Il presepe commestibile” (1984), “L’universo mangereccio del presepe” (1974), “Il nostro presepe” (1985) e “I dolci e il barocco” (1990). In conclusione un breve saggio del curatore sui significati simbolici del cibo nel presepe: “Di spirito e di pancia. La rappresentazione del cibo nel presepe popolare”.
Cod: 9788855251402
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