Le bombe da un aereo vengono sganciate, per la prima volta, dall’italiano Giulio Gavotti in Libia, nel 1911. Da quel momento si inaugura l’epoca del «governo del cielo», una violenza calata dall’alto, che non conquista territori, ma distrugge in modo indiscriminato e colpisce i civili. I bombardamenti aerei, da sempre legati a doppio filo alla storia coloniale e alla sua eredità, prendono inizialmente forma dopo la grande guerra con il police bombing britannico, che diventa la cifra del conflitto moderno. Ma è durante la lotta al nazifascismo che anche la popolazione non militare europea e giapponese viene deliberatamente presa di mira, segnando così una svolta epocale: se lo Stato giustifica l’uccisione in massa di civili, i singoli bombardieri, volando sopra le vittime, vengono dissociati dalle conseguenze delle loro azioni. Thomas Hippler ricostruisce la storia dei bombardamenti aerei, dai suoi albori fino ai nostri giorni, analizzando lo sviluppo della violenza di Stato e dei concetti di nazione e popolo. Riflette in particolare sui raid alleati della seconda guerra mondiale, che portano alle estreme conseguenze la tattica del «dominio dell’aria» teorizzata dallo stratega italiano Giulio Douhet, e sulla guerra dal cielo «post-douhettiana», che si combatte prima in Vietnam e poi in Iraq. Oltre ai rifugi antiaerei, esemplificati come microcosmi sociali, viene esaminata anche la guerra perpetua a bassa intensità, estesa a livello globale, insieme all’uso massiccio dei droni. Nella sua sconcertante attualità, questo saggio offre un contributo straordinario alla riflessione su democrazia, totalitarismo, colonialismo e globalizzazione, facendoci aprire gli occhi su complesse forme di sovranità che sfuggono sempre più alla nostra comprensione.
Cod: 9788833941462
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