Roberto Gabetti (1925-2000) – conosciuto come architetto innovativo, autorevole professore ordinario di Progettazione, apprezzato «scrittore di complemento», autore di libri e saggi su temi diversi -, ha tenuto per vent’anni, dal 1946 al 1967, un «diario» fotografico dei suoi viaggi di studio, dei progetti e dei cantieri. In tutto centinaia di rullini, rimasti in un antico cassettone nello studio di via Sacchi 22 a Torino, sviluppati e imbustati dal laboratorio di Riccardo Moncalvo e che già negli anni ’90 avevano suscitato l’interesse della Fondazione per la Fotografia. La chiusura improvvisa della Fondazione non permise di portare alla luce questo materiale, che viene pubblicato oggi, a vent’anni dalla morte di Gabetti, grazie all’interesse della Facoltà di Architettura e di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. Le fotografie di Gabetti, realizzate con una macchina piccola e semplice – una Leica con obiettivo 35 mm -, sono scatti singolari, che non hanno «padri nobili», come gli Alinari, ma nemmeno «maestri» riconoscibili nelle avanguardie fotografiche del ‘900. Si contraddistinguono invece per scelte personali: provare punti di ripresa diversi da quelli del fotografo «in piedi» con la macchina «in bolla» e accettare nelle immagini la presenza della vita quotidiana (uomini, donne, bambini, automobili e biciclette). Scelte che rimandano a un’idea di fotografia come conoscenza delle ragioni delle architetture, ma anche come antropologia visiva dei modi di vivere, di abitare, di vestirsi, di spostarsi, con «immagini del mondo che sono una misura dell’esperienza» (Luigi Ghirri).
Cod: 9788838101335
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