Se vogliamo scoprire che cosa sia un’azione dal punto di vista biologico, dobbiamo interrogarci sul processo di trasformazione dell’informazione visiva, relativa ad un oggetto/soggetto, negli atti motori necessari per interagire con esso. Ma che rapporto sussiste tra le azioni, analizzate da un punto di vista biologico, e le azioni come entità filosofiche decisive per lo sviluppo culturale dell’umano? Da tempo alcune questioni filosofiche riguardo la libertà d’azione sembrano essere inficiate dai progressi della ricerca scientifica in ambito neurologico. Tali questioni, che minano dalle fondamenta il concetto di “libero arbitrio”, sembrano sorgere dalla confusione tra questi due modi di discutere delle azioni. Tanto da un punto di vista scientifico, che da un punto di vista filosofico, la ricerca in teoria dell’azione sembra trovare un beneficio consistente entro un modello in grado di far interagire dimensione biologica e culturale dell’agire chiarendo l’indispensabilità del concetto di libera volontà e dei benefici, teorici e pratici, che etica e metaetica possono trarre dalla “possibilità di cambiare”.
Cod: 9788857511085
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