L’esperienza interiore umanamente più scoscesa, ritenuta comunemente un eccesso aberrante al confine del patologico, fu scrutata da Elémire Zolla in quattro testi comparsi tra gli anni sessanta e ottanta del secolo scorso, all’insegna di una tesi che all’epoca suonò sconcertante: lo stato mistico inteso come apertura sorgiva e plenaria all’incontro col divino vissuto coi sensi e la coscienza potenziati all’unisono. L’estatico, il meditante, lo sciamano, chi manipola materie in modo alchemico e investiga le forze che reggono l’esistenza attraverso i segni del cielo, trova normale e per nulla aberrante l’approdo a un “oltre” interiore, a una patria spirituale quale che sia l’orizzonte di fede o agnostico in cui l’apertura epifanica avviene. Lo stato mistico come norma dell’uomo, Esoterismo e fede, Alchimia e meditazione taoiste e buddhiste e Il cielo scritto sono temi che Zolla scruta a partire dalla nuda, ripida evidenza che «ogni vita comporta un’invisibile interiorità che ne è la sostanza». L’abbagliante metafora del tamburo e del cembalo che intitola il libro deriva da un passo del polemista cristiano Giulio Firmico Materno (IV secolo) alle prese con la sua fiera condanna degli insani culti sacrificali pagani che invece di elargire salute e salvezza, come nel caso del mistero eucaristico cristiano, fomentano superstizioni e idolatrie criminose.
Cod: 9788829709762
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