Lo scorso autunno provavo a spiegare alle amiche e amici italiani cosa stesse succedendo in Catalogna dicendo: “Questa è una storia che finisce male, ma è una storia vera”. Effettivamente “la rivoluzione del sorriso” s’infrange sulle violenze della polizia spagnola il 1° ottobre, sulla proclamazione unilaterale di una Repubblica durata poche ore e la repressione dello Stato. Ma che la storia non si fosse conclusa allora lo dimostra il risultato delle elezioni del 21 dicembre, in cui il blocco di forze repubblicane riesce a confermare la maggioranza assoluta di seggi parlamentari. E oggi, con la Generalitat sotto il giogo dell’articolo 155 della Costituzione, i prigionieri politici e quelli in esilio accusati di reati che non hanno commesso, la questione catalana si ripropone nella sua interezza e il movimento non rifluisce. Perché sono oltre due milioni a volere una relazione diversa della Catalogna con il resto della Spagna. E questa è la storia vera». Così l’autrice introduce la narrazione dell’autunno catalano: eventi che mozzano il fiato per velocità e spessore ed uno sguardo sulla percezione soggettiva dei protagonisti di un movimento popolare, pacifico e di massa che afferma la sua sovranità nella celebrazione di un referendum. Ma il libro, nato per raccontare «la rivoluzione del sorriso», finisce col diventare anche altro, perché in Spagna succedono cose che suscitano allarme. Non è solo la maxi-causa contro l’indipendentismo con l’imputazione di reati per una violenza che non c’è mai stata, sono la restrizione della libertà d’espressione e l’uso abusivo della legislazione antiterrorista che rendono la Spagna distante dagli standard democratici europei del XXI secolo. Perché la democrazia è quanto oggi è in gioco nella vicenda catalana ed è perciò qualcosa che riguarda l’Europa.
Cod: 9788823021389
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