Il 7 aprile 1979 professori universitari, insegnanti, scrittori e intellettuali appartenenti all’area politica dell’Autonomia Operaia vengono arrestati in tutta Italia: sono accusati non solo di aver ispirato con la loro produzione ideologica le bande armate dell’ultrasinistra degli anni ’70, ma anche di essere i promotori e i capi delle Brigate Rosse. È il celebre “teorema Calogero”, che sancisce l’inizio di un’esperienza giudiziaria inedita e molto controversa e che coltiva l’ambizione di fornire le coordinate per una lettura risolutiva e unitaria della violenza terroristica che ha insanguinato l’Italia degli anni di piombo. Con il “processo 7 aprile” si consolida e si ridireziona la titanica supplenza giudiziaria che ha accompagnato la storia della Repubblica negli ultimi cinquant’anni, la quale ha visto all’opera l’ambiguo “giudice di scopo”, cristallizzando un modus operandi che è stato definito emblematicamente “governo dei giudici”. Questo libro intende superare una mancanza: quella di una storia delle pratiche processuali politiche, di un’analisi globale relativa ai meccanismi vecchi e nuovi impiegati nella giustizia politica. A partire dal paradigmatico “caso 7 aprile”, questa ricerca è il primo abbozzo delle linee di tendenza di un laboratorio punitivo globale che arriva sino ai No Tav passando per il recente riuso del reato di devastazione e saccheggio e le accuse di una vasta gamma di reati condita dalla finalità di terrorismo.
Cod: 9788857555157
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