Il libro raccoglie gli articoli di una rubrica settimanale che Giovanni Arpino tenne per Tempo tra la fine di ottobre del 1964 e il novembre del 1965. Sono lettere scomode, irriverenti, a volte accorate, altre profetiche, ma sempre pervase da «un’elementare esigenza di giustizia, e un minimo di civile indignazione». A mettere in fila i destinatari si ottiene la nomenclatura scintillante dell’intero decennio, da Moro ai Beatles, eppure questo libro ci parla e ci impressiona come se fosse indirizzato ai lettori del futuro, per la vocazione assoluta del miniaturista, la radiografia spietata della nazione afflitta in eterno dagli stessi mali. Per uno scrittore come lui, le contingenze sono qui soltanto un pretesto per esaminare l’animo umano, inchinarsi al talento degli irregolari come Totò (il solo che gli rispose) e contestare il potere… Perché Arpino discorre sempre in difesa di ciò che resta umano a dispetto di tutto, crede nella Storia come attualità e ci ricorda che scrivere è un lavoro da dannati. Le «lettere scontrose» sono i suoi scritti corsari, il testamento perduto di una generazione che per prima disimparò a crescere. Postfazione di Bruno Quaranta.
Cod: 9788833891507
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