Calabria bella e dannata: un cliché, forse; uno stato d’animo, sicuramente. Realtà geografica e metafisica, questa regione in fondo allo stivale sembra un ossimoro vivente: indolente e indomita, apatica e passionale, docile e faticosa, abbandonata e rimpianta, amata e maledetta. Tra apici di poesia e abissi di illegalità, viene bagnata e divisa da due mari: il Tirreno su cui scendono le montagne e lo Ionio invaso da distese di sabbia. Metafora perfetta di una tensione autodistruttiva, è terra di passaggio, dominata e mai posseduta, stretta tra la Magna Grecia e i Borboni. Frammentata in cinque province e deturpata dalla ‘ndrangheta, appare condannata al sottosviluppo e costretta a esportare le sue migliori intelligenze. Nonostante questo, rimane capace di slanci e fremiti vitalissimi. Di tutto ciò, e di altro, parlano i dieci racconti di questa antologia curata dalla scrittrice e pittrice Gabriella Kuruvilla e nata da un’idea del calabrese doc Massimo Laganà. Ai loro testi si affiancano quelli di altri otto scrittori, che di questa regione sono originari. Le loro storie ci conducono alla scoperta geografica ed emotiva di una complessa e contraddittoria terra: tra l’illusione della Fata Morgana e l’affiliazione alle logge massoniche; i fantasmi del borgo di Pentedattilo e la scoperta dell’amore in un paesino della Sila; una città distrutta dal sisma e una costa erosa dal mare; il mondo delle gelsominaie calabresi e un particolare sequestro in Aspromonte; il Lungomare di Reggio e una morte tra gli ulivi della piana. Ne esce cosi un affresco a più voci, e più stili, che di questo territorio restituisce ombre e luci, malinconie e speranze, incubi e sogni: la sua realtà ma, anche, tutta la sua magia.
Cod: 9788862985499
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